Quantcast
Channel: PUTA. A QUEER INVADER » Commissione Europea
Viewing all articles
Browse latest Browse all 3

Consiglio Europeo, chi vince e chi perde

$
0
0

Angela Merkel incontra Matteo Renzi

A conclusione del vertice del Consiglio Europeo che ha indicato Jean Claude Juncker quale prossimo presidente della Commissione, possiamo stilare l’elenco dei vincitori e dei vinti – al di là delle fanfaronate apologetiche lette e ascoltate di recente sui media italioti.

Prima vincitrice: la neonata e fragile democrazia della Ue. S’è brigato in ogni modo per non rispettare l’indicazione degli elettori che, per la prima volta, nel votare un partito, hanno anche votato per il candidato presidente che quel partito sosteneva. Alexis Tsipras aveva giustamente chiesto, all’indomani delle elezioni, che fosse rispettata la scelta democraticamente espressa e che Juncker, sebbene avversario, diventasse presidente della Commissione Europea.

Primo sconfitto: il premier inglese David Cameron, che in ogni modo vuole evitare l’evoluzione dell’Unione Europea verso gli Stati Uniti d’Europa. Ora minaccia un referendum per portare il Regno Unito fuori dalla Ue; è una pistola scarica, perché la partecipazione della Gran Bretagna s’è sempre configurata come il cavallo di Troia degli Usa, desiderosi d’impedire il decollo politico dell’Europa unita. Che se ne vadano, fatti loro – ma va da sé che la Ue farà bene ad accogliere a braccia aperte la Scozia, qualora ottenesse l’indipendenza e domandasse di poter far parte dell’Unione.

Seconda vincitrice: senza dubbio Angela Merkel, che ottiene, senza faticare granché, il rispetto del trattato sul “fiscal compact”. Tutto resterà così com’è, ovvero un congegno micidiale per spazzar via ciò che resta della spesa pubblica degli stati e ogni residua pratica di solidarietà sociale e di welfare. Merkel è senza dubbio un nemico, al quale bisogna pur riconoscere una certa abilità nello sconfiggere gli avversari e nel farli ritornare a casa con le pive nel sacco e felici d’esser stati mazziati.

Secondo sconfitto: Matteo Renzi, che millanta “la raggiunta flessibilità dei trattati”, quando di scritto non c’è nulla (se non il trattato stesso e il pareggio di bilancio sciaguratamente codificato nella Costituzione dal trio Pd-Berlusconi-Monti), quando dovrà penare per ottenere appena qualche miliardo di euro di sconto. Bruscolini, briciole infinitesimali, che a nulla serviranno per uscire da questa crisi drammatica e che solo una stampa ontologicamente filo-governativa e priva di senso critico può scambiare per “successi”. Di successi qui non ve n’è nemmeno l’ombra.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 3

Latest Images

Trending Articles